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[Naruto] 約束 - Yakusoku (La Promessa), SasuNaru/Rating:Rosso/[...] Due occhi azzurri, ormai privi di vera vivacità, si puntano verso il cielo, laddove non è più possibile scorgere stelle [...]

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view post Posted on 14/1/2012, 14:56
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Titolo: 約束 - Yakusoku (La Promessa)
Autore: Akiho87
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale
Avvisi: AU, Lemon, OOC, Yaoi
Personaggi: Sasuke Uchiha - Naruto Uzumaki


Ritorno a scrivere, perché ho provato l'impulso, sentito che dovevo mettere nero su bianco quanto si stesse componendo nella mia mente.
Scrivo perché amo lo yaoi, scrivo fanfiction da quasi quattro anni e penso che non smetterò tanto presto.
Pubblico questo la mia ennesima fanfiction come appassionata del genere yaoi e perciò essa si presenta ASSOLUTAMENTE PRIVA DI SCOPO DI LUCRO.
I personaggi, maggiorenni, appartengono agli originari autori, io non detengo alcun diritto, né ne cerco.

Capitolo 1 - 冷たい風 - Tsumetai kaze (Vento freddo)



Il Black District è, da sempre, il quartiere più conosciuto dell'intera Tokyo.
Spesso è stato ripreso dalle telecamere delle più disparate emittenti televisive e non di rado si è rivelato teatro delle più efferate violenze, d'ogni sorta.
Ormai, all'ordine del giorno, non mancano di certo lo spaccio di droga e un brutto giro di prostituzione.
Ed è frequente, ormai, a notte fonda, il passaggio di auto completamente nere, corredate da vetri oscurati, per impedire il riconoscimento di volti, al loro interno.
Due occhi azzurri, ormai privi di vera vivacità, si puntano verso il cielo, laddove non è più possibile scorgere stelle, e non a causa di nebbia o nuvole scure, ma per colpa delle luci cittadine, ormai diventate troppo intense, per lasciare allo sguardo un reale spettacolo notturno in piena regola.
Sospira, chinando poi il capo, mentre la schiena gli aderisce perfettamente al muro dell'edificio disabitato prima sede di un piccolo centro commerciale che ha definitivamente chiuso i battenti alla fine dell'estate.
Nonostante il vento che soffia, impetuoso e gelido, il ragazzo, apparentemente di non più di diciotto anni, indossa una maglietta leggera, a maniche lunghe, e un paio di shorts neri aderenti, che senz'altro mostrano in maniera impeccabile la mercanzia.
Le braccia gli ciondolano per un po' ai lati del corpo, poi le solleva, conducendo le mani al viso e chiudendo quasi completamente in una sorta di piccolo scrigno, respirandovi all'interno, nel probabile quanto vano tentativo di scaldarsi.
Più in là, qualche ragazzo di qualche anno più grande sembra riuscire a batter chiodo e uno dopo l'altro vanno via, schizzando come il vento in lussuose vetture.
Qualche invidioso mormora qualcosa d'incomprensibile o forse... è il giovane scricciolo dal limpido sguardo che non desidera ascoltare: fosse per lui, fuggirebbe via, più veloce della luce, ma sa fin troppo bene cosa accade a chi decide di mettersi contro il capo.
Sai si era venduto per un po' di tempo e anche se non aveva fatto incassare molto, sembrava promettere per il futuro, perché un uomo di mezza età, ma ricco da far schifo, gli aveva messo gli occhi addosso.
Lui, però, voleva cambiare vita, ritornare a scuola, recuperare un minimo di normalità e... aveva provato ad andarsene.
Se l'era cavato davvero con poco: una lieve commozione cerebrale e fratture multiple un po' dovunque.
Ma almeno non l'avevano ucciso ed era già una gran cosa davvero.
Fili dorati a formare una frangia ricadono scomposti sugli ormai glaciali occhi azzurri. Già, glaciali, ma non per scelta del biondo, no di certo.
Si sente vuoto, sporco, ogni volta, ad ogni tocco, ad ogni suono, sebbene abbia imparato, per forza di cose, a dissociarsi, estraniarsi, senza tuttavia darlo a vedere.
Perché un cliente insoddisfatto è un cliente che non paga. E se non arriva il denaro, nemmeno le preghiere in tutte le lingue del mondo riescono a sortire l'effetto sperato.
"Niente...?" Un ragazzo rossiccio, leggermente più alto, si avvicina lentamente al biondo "Hai freddo?"
Le palpebre vengono sbattute una volta appena, dopodiché gli occhi azzurri si puntano sul compagno.
"Eh...?" mormora quasi impercettibilmente. mentre l'altro, le mani in tasca, tira fuori dalla destra di un paio di jeans al ginocchio una bustina trasparente contenente qualcosa di molto simile a compresse.
"Oggi è gratis, riscaldati"
Gli lancia l'oggetto e il biondo la prende al volo.
"Cosa...?"
L'altro lo guarda, sorride, ma non in maniera classica, dolce, bensì con tutta l'aria di chi ne conosce una più del diavolo.
"E' roba buona" si avvicina maggiormente e non appena gli è ad un soffio, gli dà un'amichevole pacca sulla spalla sinistra "Tranquillo... Naruto"
Le sussurra, quelle ultime parole, direttamente all'orecchio del biondo che, incredulo, sente quasi mancargli il respiro, anche se solo per un attimo.
Poi, una vettura, una mercedes slk, scintillante di nero sotto la fioca luce del lampione che si accende e spegne ad intermittenza, si ferma davanti ai due.
Il più grande si fa avanti, ma viene bellamente rifiutato, senza mezzi termini.
"Il ragazzino... quel biondino, lì in fondo, come si chiama?"
Il rossiccio mette su uno sguardo decisamente contrariato.
"Chi, Naruto?"
Il ragazzo si volta verso il biondo, poi torna con lo sguardo sull'uomo al volante.
"Naruto..." ripete " E così è lui..."
"Eh?" ribatte il giovane, stringendo quasi simultaneamente la mano destra a pugno "Naruto!" lo chiama poco dopo.
Il biondo, che è rimasto molto più indietro, ancora con la bustina stretta tra le mani, senza aprirla, sussulta.
"Naruto, vogliono te"
Mantiene il controllo, il più grande, mentre l'altro si fa avanti, timoroso quasi.
"Sali in macchina"
Sembra una frase fondamentalmente dura, fredda, ma il tono del tizio alla guida dell'auto appare del tutto diverso, quasi lo stesse invitando gentilmente, sperando di non essere rifiutato.
E un momento dopo, il biondo è prigioniero della vettura, fatto accomodare sul sedile posteriore, quasi si trovi in una vettura di sua proprietà e con un autista privato.
"D-Dove andiamo?" chiede, leggermente balbettante.
Sa bene che non dovrebbe mostrarsi così, che dovrebbe apparire più di sicuro di sé, ma non è capace, in quel frangente, di palesarsi diversamente.
"Non hai niente da temere" lo rassicura l'uomo "Il mio padrone ti sta aspettando"

Continua...

Edited by Akiho87 - 14/1/2012, 23:49
 
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Capitolo 2 - 熱い - Atsui (Caldo)


Naruto deglutisce a fatica, teso come una corda di violino, nonostante sia stato rassicurato.
E solo quando stringe maggiormente la mani a pugno, si rende conto di avere le dita serrate sulla bustina trasparente.
Quasi gli prende un colpo e velocemente cerca di far sparire l'involucro in una delle strette tasche degli shorts.
"Tutto bene?"
La voce dell'uomo si espande nell'ambiente, interrogativa, ma dal timbro quasi a profondere gentilezza.
Che sia la quiete prima della tempesta?
Non risponde.
Che genere di uomo sarà...? si domanda per un attimo il biondo, mentre la vettura sfreccia nella notte, su una strada completamente deserta, a far da sfondo unicamente le luci della segnaletica stradale e delle insegne di locali notturni E poi... perché avrà mandato un altro a prendermi? si chiede ancora, perché sino a quel momento, a scene come quella ha soltanto assistito, da comune spettatore.
Solitamente, infatti, se qualche auto passa a prenderlo, è sempre il conducente a rivelarsi cliente della serata. E al massimo, si accontentano di una sveltina nella vettura stessa o in qualche vicolo appartato.
"A-Ehm..." esordisce incerto, stringendo contemporaneamente la mano destra a pugno, conducendola al petto.
"Dimmi"
L'uomo alla guida appare sicuro e stranamente gli ispira fiducia.
"Manca... manca molto?"
Ancora una volta tentenna e l'attesa diviene padrona assoluta del suo essere.
"Poco. Siamo quasi arrivati"
Gli occhi azzurri si puntano verso il basso, sulle ginocchia ambrate che adesso, a causa dell'oscurità, appaiono di un colore indecifrabile.
E man mano che il tempo trascorre, quella sensazione d'attesa si trasforma, assumendo le sembianze di impazienza.
Il cuore inizia a battere più forte, lo sente quasi in gola, e ancora una volta non può esimersi dal provare quel genere di stato d'animo, palesando, al contempo, quell'insicurezza che dovrebbe essere mille miglia lontana da lui.
Ed ecco che finalmente l'auto si arresta.
Gli occhi azzurri si allargano, le pupille si dilatano leggermente, le iridi brillano.
L'uomo alla guida appare ancora tranquillo e con quella calma quasi ultraterrena, scivola fuori dalla vettura, indietreggiando poi di circa tre passi, aprendo infine lo sportello al biondo.
"Puoi scendere. Siamo arrivati"
Naruto non prova nemmeno a guardare fuori, almeno non prima di uscire dall'auto, quasi timoroso di rendersi conto del luogo in cui sia stato condotto.
Così come del padrone che lo attende.
Per l'ennesima volta, deglutisce, poi sembra farsi forte e porta prima una gamba e poi l'altra fuori dallo sportello aperto.
Puntella il piede destro, poi il sinistro, guarda in basso, anche se è buio.
E' solo un'ombra e null'altro, perché intorno brillano, inaspettatamente, una miriade di luci.
Ma... dove...?
Conduce il braccio destro verso l'alto e si protegge istintivamente il viso col dorso della mano, mentre fuoriesce dalla vettura e lo sportello gli viene richiuso alle spalle.
"Eh?"
Scostate le dita, l'occhio sinistro ancora lievemente socchiuso, il biondo sussulta e si palesa sul suo volto un'espressione stupita.
"Ma...?"
L'uomo punta gli occhi sul ragazzo, senza intendere metterlo in soggezione.
"Il mio padrone ti aspetta al tredicesimo piano"
Un... albergo?! Mi... mi aspetta lì dentro?! Davvero...?!
L'edificio che gli si presenta davanti agli occhi è veramente stupendo: una meravigliosa struttura, imponente e al contempo di un'eleganza e raffinatezza mai viste, posta centralmente rispetto a schiere di siepi curate e sagomate, ben delineate da particolari mini-riflettori sistemati in punti strategici.
Anche in piena notte, quell'albergo risplende con forza in tutta la sua maestosità.
E'... meraviglioso...
"Stai bene?"
L'uomo è rimasto tutto il tempo a guardarlo e il biondo nemmeno se n'è reso conto. Poi, la voce di questi richiama l'attenzione del ragazzo.
"Ah..." si volta col solo capo, ruotandolo di una quindicina di gradi al massimo, in direzione dell'altro "S-Sì, tutto bene, vado subito!" esclama poi, forse con un po' troppo vigore, per poi scattare in avanti e arrestare ogni movimento soltanto una volta raggiunto l'ingresso.
Solo in quel momento, si passa in rassegna: lo faranno mai entrare vestito in quel modo?!
Stava andando a... lavorare... però... però questo è un hotel come minimo a cinque-sei stelle, che Naruto non ha mai visto neanche nei suoi sogni, figurarsi aspirare ad entrarvi!
Poi si fa coraggio, perché sa di essere atteso e nonostante provi disagio, sa che non è mai un bene lasciar spazientire un cliente.
Forza! E che sarà mai, entrare qua dentro! si ripete, cercando di rianimarsi un po' e infondersi coraggio Se può scoparmi in una camera di quest'albergo, significa che ha molti soldi, quindi non devo assolutamente irritarlo!
Si convince e accede alla hall, cercando di mostrarsi il più naturale possibile, cosa che in pochi istanti gli riesce piuttosto bene.
Raggiunge il receptionist e conferisce con lui per qualche momento, sottolineando di essere atteso al tredicesimo piano, ma di non conoscere né chi sia ad aspettarlo, né il numero della camera.
"Mi dia un istante"
L'uomo sembra sapere il fatto suo e non gli rivolge nemmeno uno sguardo contrariato a causa dell'abbigliamento, limitandosi, invece, a comporre un codice sull'apparecchio telefonico accanto a lui e annunciare l'arrivo del ragazzo.
"Molto bene, signore, può salire" gli annuncia poco dopo "Per il numero della camera non si preoccupi. La suite del tredicesimo piano è l'unica situata su quel livello"
Naruto si defila immediatamente, a seguito di un appena accennato inchino.
Adesso è ancora più teso, ma deve tentare di controllarsi e concentrarsi, invece, su quello che sarà il suo lavoro.
Prende l'ascensore, la tensione riprende a farsi sentire, più intensa di prima e le mani cominciano a sudare.
Settimo piano.
Ma quanto ci vuole...?! si domanda, cercando poi di respirare a fondo, per rilassarsi.
Un piano, due, tre, quattro.
Undicesimo piano.
Il biondo avverte una vibrazione leggera, poi un rumore più intenso. Ha quasi la sensazione che l'ascensore possa fermarsi e bloccarsi da un omento all'altro.
Dodicesimo piano.
"CAZZO...!!"
Impreca per allentare definitivamente la tensione.
Tredicesimo piano.
La porta scorrevole si apre, di scatto, il biondo esce, serrando le mani a pugno.
Deglutisce, si guarda intorno, circospetto, poi punta gli occhi sulla porta d'entrata, l'unica davvero, su quel piano.
Avanza, raggiunge la porta, un infisso scorrevole che gli si apre davanti di colpo, senza alcuna pressione o annuncio d'arrivo.
E' ora.
E inizia a far caldo.

Continua...

Edited by Akiho87 - 15/1/2012, 19:48
 
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Capitolo 3 - 声 - Koe (Voce)


La temperatura aumenta sempre più, inesorabilmente.
Solleva un braccio, il biondo, conducendo la mano allo scollo a V della maglietta che indossava, lasciando i polpastrelli a sfiorare appena la base del collo.
E' ancora sulla soglia e il silenzio regna sovrano.
Quella che gli si prospetta non è una camera da letto, ma più una luminosa anticamera finemente arredata a mo di salottino.
Oltrepassa l'uscio col piede sinistro, timidamente quasi, poi è la volta del destro.
Sembra intento a maledirsi per la poca professionalità che già ha cominciato a mostrare, ma poi tenta di riprendere fiducia in sé e nelle proprie capacità.
"Buonasera..."
Pensa che salutare - e in maniera affabile - sia la prima cosa da fare e agisce in quel modo, avanzando poi di qualche passo.
Nessuna risposta.
Si guarda intorno, ancora una volta circospetto, venendo così incantato per qualche istante dalle rifiniture color oro del mobilio contenuto nel suo attuale campo visivo.
Due passi, le mani riprendono a sudare - o forse non hanno mai smesso...
Però avrebbe potuto aspettarmi alla porta e... ma che cavolo sto dicendo! Lui è il cliente! Può fare ciò che vuole, perché mi paga!
Scuote impercettibilmente il capo, i fili dorati ondeggiano appena e gli occhi azzurri, ora deliberatamente vispi, perché dovevano essere tali si puntano su una nuova porta, mentre quella scorrevole, d'accesso alla suite, si richiude di colpo.
Naruto sobbalza leggermente e si volta indietro, di scatto, per poi ricondurre lo sguardo davanti, respirando a fondo e chiudendo gli occhi per qualche istante.
Il cuore ha preso da poco a tamburellargli nel petto, ora sempre più d'aspettativa, perché il biondo appare desideroso di conoscere l'uomo che per questa notte prenderà possesso del suo corpo.
E' la prima volta che si sente fremere e non percepisce, interiormente, la sensazione di schifo nel sentire qualcuno dentro, a farsi strada con violenza nel suo corpo, a sfogare qualunque desiderio o frustrazione con una scopata.
Sei una puttana, Naruto! Solo una puttana... quindi fa' bene il tuo lavoro e basta!
Queste parole, il biondo se le ripete spesso, prima di intrattenersi col cliente di turno. E se ne serve per evitare qualunque altro coinvolgimento, anche quello fisico.
E' abituato a lasciar sfogare, ad assecondare voglie, pratiche particolari... e simula perfettamente un orgasmo, che sì, fisicamente giunge, ma che il biondo interiormente non prova, anche se nessuno se ne rende conto.
"C'è nessuno...?" domanda al nulla, mentre solleva il braccio sinistro, con una lentezza quasi estenuante, finché la mano non raggiunge la maniglia della porta, facendola scattare, ora più deciso.
Piano, l'infisso viene mandato indietro e quelle venature marroncine del legno abbandonano il campo visivo del bondo, lasciando agli occhi limpidi e azzurri una nuova visuale.
"Ma... cosa...?" mormora tra sé e sé, praticamente a bocca aperta, ritrovandosi di fronte una camera gigantesca, dal mobilio ancor più raffinato di quello ammirato poco prima e con un letto a due piazze e mezzo sovrastato da un imponente quanto elegante baldacchino - un king size di tutto rispetto, insomma.
Ancora una volta, però, non c'era anima viva.
Mi stanno prendendo in giro...?!
Se lo domanda per un istante, mentre avanza ancora di qualche passo, raggiungendo poi il centro dell'immenso ambiente.
Poi, rivolto lo sguardo a destra, nota qualcosa sul letto.
Non comprende cosa sia, ma la curiosità di scoprirlo prende possesso di lui ancora prima che possa formulare pensieri più razionali.
Il suo corpo si muove quasi in automatico, sembra non rispondere a nessun altro richiamo che non sia quella traccia.
Nemmeno si è ancora reso conto della ulteriore porta presente, d'accesso al bagno, tantomeno di un flebile scroscio d'acqua che da quell'ambiente proviene.
Non ha occhi per quello che, infine, risulta essere una fascetta probabilmente di seta, lunga, color argento e di media larghezza.
Attratto da quel tessuto, conduce indice e medio della mano sinistra a sfiorarlo appena, iniziando a saggiarne la morbidezza, poi nota un biglietto piegato a metà, proprio accanto all'oggetto.
Gli occhi color mare si puntano su quella carta bianchissima e d'impulso, la mano libera, prima a sfiorare il bottone degli shorts, si porta a raggiungere il foglietto.
Lo apre, lo legge.
Poche scritte, decisamente troppo poche, ma sufficienti per scatenare in Naruto sensazioni contrastanti.
Sorpresa, attesa, aspettativa, timore, si miscelano in un vortice, in quelle iridi chiare e adesso vagamente smarrite.
Perché vuole...? E io come... come posso...
Tutto è chiaro, ogni cosa, fin troppo.

Copri gli occhi con questa fascetta e legala stretta, affinché l'oscurità sia la tua unica amica. Poi, sdraiati e attendi.

Nessun uomo gli hai mai chiesto tanto, nessuno l'ha mai privato della vista, nessuno ha mai voluto giocare in quel modo con lui.
E nessuno si è mai compiaciuto di vederlo indifeso, almeno non in quel modo.
Deve farlo, deve assecondarlo, è il suo lavoro e compiacere il cliente fa parte del gioco. Un gioco che, ad onor del vero, Naruto non ama, ma... che deve necessariamente portare avanti.
Anche se questa volta, a differenza delle altre, l'idea di non poter posare gli occhi sull'uomo che lo ha fatto condurre lì, di quel padrone, destabilizza fortemente il biondo.
Stavolta voleva vederlo, per curiosità, per istinto, impulso, per una serie di inspiegabili ragioni.
Ma voleva vederlo e non gli sarà concesso.
Sospira, solleva la fascetta, tenendola stretta in mano, la guarda, la scruta, la fissa. Sospira ancora, in piedi, davanti al letto che solo ora ha definito mentalmente in ogni sua parte, prestando la dovuta attenzione alle lenzuola nere, anch'esse probabilmente di seta, sulle quali si stagliano, in netto contrasto, quattro morbidi cuscini dal colore rosa antico, tendente quasi ad un delicato violetto.
E anche la pelle ambrata del ragazzo sarebbe risaltata, come quei cuscini, su quelle lenzuola scure.
Si priva solo delle scarpe e non indossando calzini, si ritrova di colpo a piedi nudi a contatto col freddo pavimento.
Un brivido, fulmineo, gli risale lungo la colonna vertebrale, scatenandogli delle leggere scariche.
Balza sul letto, di colpo, e solo una volta a contatto con quelle lenzuola, pensa che adesso più che mai avrebbe bisogno di una doccia.
Ma anche quello, tacitamente, non gli è consentito.
Il biondo solleva la mano nel quale palmo ancora stringe la fascetta argentea e dopo averla fissata ancora, si convince a portarla al viso, privandosi così della luminosità prodotta dalle luci di quella stanza.
Stringe la stoffa quanto più gli è possibile, poi si distende sul letto, abbastanza centralmente, le braccia aperte, mentre le gambe, almeno per il momento, più chiuse possibile.
Per l'ennesima volta, respira profondamente, inspirando intensamente col naso.
Poi, affinato l'udito a causa della momentanea perdita della vista, percepisce finalmente uno scroscio d'acqua.
Il cuore, di colpo, va in fibrillazione, così le mani, istintivamente, si portano al petto, congiungendosi.
E pochi istanti dopo, si ode uno scatto.
Uno, due, tre, quattro, cinque, passi.
Naruto li sente bene, li interiorizza, schiude appena le labbra, poi deglutisce sommessamente, mentre il respiro già si fa lievemente più corto.
Una puttana, Naruto! Sei una cazzo di puttana e basta! comincia a ripetersi Una puttana non deve essere tesa, deve solo farsi scopare e far godere il cliente, stop!
Niente, neanche quelle parole riescono a fargli allentare la tensione prodotta da quei passi unita a quel silenzio tombale.
"Io..."
Si decide a parlare, ma gli fuoriesce soltanto un io piuttosto stentato e l'eventuale resto della frase gli muore in gola.
Pochi istanti, i passi si arrestano e una pressione sul letto fa comprendere al biondo che la presenza si sta avvicinando a lui.
E un sussurro lo raggiunge, carezzandogli le orecchie, sebbene la voce gli appaia molto più profonda di quel che sembra.
"Sei stato bravo"
Tre parole, un sospiro di Naruto.
E ancora quella voce, profonda, a riempirgli l'anima.

Continua...
 
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view post Posted on 16/1/2012, 22:51
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Capitolo 4 - フラッシュバック - Furasshu bakku (Flash-back)


Una vibrazione, il cuore sussulta, mentre le labbra si schiudono ancora, in un ansimo muto.
L'altro è vicino, troppo vicino, Naruto può sentirlo, percepire il suo respiro, la sua presenza, una parte di quel corpo a puntellarsi alla sua destra, probabilmente con un ginocchio.
"Ah..." una sorta di gemito sussurrato gli fuorisce dalle labbra, incontrollato, è più forte di lui, l'aspettativa è grande e la tensione sembra essere svanita, almeno per il momento.
Adesso, quei occhi azzurri imprigionati attendono di poter vedere, invano, quell'uomo, quel padrone che il corpo sembra quasi bramare.
"Sei mio..."
Ancora quella voce, dio, quel suono quasi afrodisiaco, quelle parole a scompensargli i sensi.
E non può rendersi conto delle azioni dell'altro, non può in alcun modo, nemmeno tentando di percepire le vibrazioni, gli spostamenti d'aria, troppo concentrato a perdersi in lui, per come gli riesce.
E' già in suo potere, lo sa, riesce a renderesene conto, ma non gli importa, anche se è ben consapevole del fatto che perdersi in qualcun altro anche una volta soltanto potrebbe essergli fatale.
"Dillo" ancora la voce dell'altro, sempre sussurrata, ma così sensuale da far fremere irrimediabilmente il biondo "Voglio sentirtelo dire. Avanti..."
Mhn... no... ti prego... non... non mi sta neanche toccando, posso... posso solo sentire il suo... respiro... all'orecchio... perché... perché mi fa questo effetto?!
Non è sorpreso, Naruto, più che altro confuso dalle sensazioni che la sola voce dell'altro riesce abilmente a scatenargli dentro.
Non ama essere avvolto dall'oscurità, desidera sempre avere un certo controllo della situazione, potersi muovere liberamente per dare piacere al cliente e poi andarsene, tornare in strada, attendere il prossimo e fare la medesima cosa.
Non si è mai lasciato coinvolgere, non è contemplato nel suo codice, e adesso... attende ordini, suoni, vibrazioni.
Attende il padrone come non ha mai atteso nessuno.
"Sì..." soffia, schiudendo per l'ennesima volta le labbra, le mani ormai abbandonate morbidamente sul letto, tra le lenzuola scure, ai lati del corpo "Vieni..." aggiunge poi, non come un comando, ovviamente, piuttosto come il più lascivo degli inviti.
E separa leggermente gli arti inferiori, per poi puntellare i piedi sul materasso, piegare entrambe le ginocchia e divaricare decisamente le gambe.
E' ancora vestito, completamente, ma non gli importa. In quel momento, crede gli basterebbe anche solo sentirsi pressato dal corpo dell'altro e poterne saggiare ogni singolo muscolo.
Perché quell'uomo doveva essere uno di quelli che a bellezza certamente non passano inosservati, almeno a giudicare dalla sua voce, molto maschile e decisamente profonda.
"Sono tuo..."
Sono soltanto due parole, ma le pronuncia in maniera sensuale e provocante, ma con quel nonsoché lasciante trasparire una sorta di differente legame a congiungere l'uno all'altro, come fossero amanti, invece che un ragazzo che vende il suo corpo e un individuo misterioso che decide di comprarlo.
Trascorre un istante, un solo istante.
Il padrone increspa le labbra in una sorta di sorriso malizioso, che Naruto non può certamente vedere, ma che riesce a percepire appena.
E quel flebile suono, unito adesso ad un leggero tocco del cliente, fa eccitare violentemente il biondo.
Non è stato sfiorato in un punto erogeno primario, gli è bastato percepire il polpastrello di un dito a carezzargli la guancia sinistra, sentendosi percorrere un attimo dopo, con il pollice certamente, il labbro inferiore.
Freme e l'altro se ne accorge.
"Sei impaziente" constata con piacere, sorridendo in maniera adesso più ampia, provocante e provocatorio come pochi.
"Io..." mormora il biondo, stringendo istintivamente le mani a pugno e contraendo allo stesso modo le dita dei piedi.
E così come ha divaricato le gambe, le chiude si colpo, iniziando a sfregare le cosce una contro l'aria, quasi per sedurlo, con quel movimento.
"Mhm..."
L'altro mugola appena, decisamente compiaciuto, poi sposta il corpo, e da una posizione che lo vede poggiato alla destra di Naruto e a poggiare sul fianco sinistro, adesso si muove con uno scatto deciso e si trova carponi sul letto, conducendo un attimo dopo la mano destra fra le gambe dell'altro.
"Aah...!"
Le labbra del biondo si schiudono in un gemito leggemente prolungato, sorpreso, ma voglioso. E il padrone non si lascia sfuggire l'occasione di imporgli tacitamente di divaricare nuovamente le gambe e di porre la sua destra fra quelle di lui.
Non poggia ancora col corpo su quello di Naruto, si vede, anzi, ben lontano dal farlo, probabilmente allo scopo di renderlo folle.
Muove la mano, tasta con cura la zona e percepisce il membro del ragazzo farsi erezione con sempre più vigore.
"E' così..." va a sussurrargli direttamente sulle labbra "E' così che ti voglio..."
Il biondo, a quel punto, schiude le labbra in un'espressione di sorpresa, quasi queste parole abbiano risvegliato un qualcosa dentro di lui.
Di colpo, porta la mano sinistra alla fascetta, ma prima che possa privarsene, il padrone gli blocca il polso, conducendoglielo poi al lato del viso, sul cuscino.
"Naruto..."
Pronuncia il suo nome, la voce lievemente più alta, ma sempre molto profonda e ora... familiare.
Ma non ha il tempo di reagire ad alcunché, perché l'altro non glielo concede, schiudendo le labbra e catturando quelle del biondo.

Continua...

Sono stata puntuale come un orologio svizzero, vero? Sto "lavorando" davvero sodo, per far uscire un capitolo al giorno!
E anche se in questi giorni sto assistendo una mia parente che è in ospedale e non può muoversi, trascorrendo così gran parte della mia giornata lì, nella struttura, torno a casa con una grande voglia di far uscire un nuovo capitolo di Yakusoku ogni sera *__*
 
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